Note e appunti
Il mio nuovo sito è un osservatorio.
Riflessioni iniziali
I lavori che gravitano intorno alla User Experience cambiano in continuazione: nuovi software ogni mese, metodologie che diventano obsolete prima di essere metabolizzate, normative che stravolgono approcci consolidati. Eppure il mondo della consulenza funziona ancora con la logica del "tutto sotto controllo": processi standardizzati, deliverable codificati, template che si ripetono identici da un progetto all'altro.
Questa tensione tra velocità del cambiamento e rigidità dei processi genera paradossi quotidiani. Quando proponi la stessa strategia di design system a una startup fintech e a una cooperativa sociale, o quando devi spiegare perché il sito "sostenibile" del cliente consuma quanto tre forni accesi, capisci che il metodo ha bisogno di una revisione. Le questioni di accessibilità e sostenibilità non sono più nice-to-have da aggiungere a fine progetto: sono variabili che cambiano l'intera equazione progettuale fin dall'inizio.
La ricerca applicata deve diventare parte del processo, non un lusso per quando "c'è tempo". Questo significa testare soluzioni che non trovi "nei manuali", accettare che ogni progetto possa ribaltare certezze acquisite, documentare pattern emergenti mentre si formano. Il consulente che arriva con la soluzione già pronta sta diventando inadeguato alla complessità di mercati che mutano più velocemente dei framework che usiamo per leggerli.
Per rendere visibile questo processo di sintesi continua avevo bisogno di uno spazio che incarnasse il metodo stesso: non un portfolio che celebra progetti conclusi, ma un sistema che documenta il pensiero progettuale mentre evolve.
Tecnologia: essenzialità come scelta
La struttura tecnologica è volutamente minimale, risultato di una selezione fatta insieme a Gorazd Gustin di Quasi Studio. L'obiettivo era chiaro: massima efficienza operativa, complessità strutturale sostenibile.
- Notion come hub per mantenere i contenuti del blog
- Github per la gestione e il versionamento del codice
- Eleventy per generare pagine leggere
- Netlify per la velocità e affidabilità nella distribuzione dei file
Nel prossimo futuro sto valutando di migrare sul server carbon neutral di Infomaniak, completando un percorso di ottimizzazione energetica che Netlify non è in grado di garantire al 100%.
La filosofia generale del sito è ispirata ai metodi progettuali del grande Jeremy Keith: JavaScript solo quando serve davvero. È un po' lo stesso principio che uso per i progetti dei miei clienti: Prima chiedersi cosa serve realmente, poi scegliere gli strumenti cercando di minimizzare il più possibile l'impatto tecnologico di ciò che si mette online.
Struttura: Il contenuto come navigazione
Per strutturare i contenuti più "istituzionali" del sito ho avuto il privilegio di poter collaborare con Christiane Bürklein, la sua esperienza in ambito comunicazione e content production mi ha aiutato nel complicato esercizio di inquadrare il tono di voce e il modo di presentare la mia professionalità.
Due aree principali: Processo e Risorse, organizzano senza gerarchizzare. Il Processo documenta il metodo attraverso fasi operative (audit, testing, architettura informativa, design di interfaccia). Le Risorse raccolgono riflessioni e materiali, navigabili per argomento o formato. Non sono compartimenti stagni ma un sistema circolare dove teoria e pratica si alimentano reciprocamente.
L'assenza di portfolio tradizionale è deliberata: invece di cristallizzare progetti finiti, il sito stesso diventa applicazione del metodo. Ogni scelta, dal peso delle pagine alla struttura dei link, è caso studio in tempo reale.
Nella pagina Dietro il monitor apro le metaforiche porte dello studio per mostrare il tipo di strumentazione hardware e software che uso per progettazione e audit. Non vuole certo essere un "Vulgar display of power" per dirla con i Pantera, ma un modo per mostrare le complessità che si devono affrontare nel tentativo di progettare per quante più persone possibile.
Il blog risorse sarà un "osservatorio permanente", luogo di condivisione e riflessioni sul cambiare vorticoso del mondo del lavoro legato all'experience design. Ci saranno post dedicati ad articoli di altri designer, per cui utilizzerò Claude per creare brevi riassunti automatizzati e ci saranno anche note e appunti scritti da me. I temi che frequenterò saranno quelli legati all'etica della tecnologia per il business e alle nuove metodologie di progetto, con qualche nota anche dedicata alla digital detox.
Identità visiva: differenziazione cromatica
Oltre il blu corporate
Il settore tech ha una palette prevedibile: blu per affidabilità, grigio per professionalità, verde per innovazione. Funziona ma omogeneizza. Ho scelto registri caldi, un giallo taxi newyorkese e un off-white rosato, contrappuntati da blu profondo per ancorare il contrasto. Non è provocazione ma strategia: differenziarsi cromaticamente in un mare di interfacce monocromatiche.

Riguardo all’accesibilità cromatica, nelle pagine dove il contenuto testuale prevede una modalità di lettura più rilassata ho scelto di usare il colore più chiaro della mia palette minima da abbinare con il blu scuro; in questo caso il rapporto cromatico tra i due è compliant anche con i suggerimenti APCA.

Tipografia con radici nella musica
Il carattere Roobert deriva dal logotipo Moog, nato per il Moogfest 2017 dove musica elettronica e tecnologia si intersecano. Quella "g" arrotondata dei sintetizzatori diventa sistema tipografico che mantiene precisione geometrica introducendo delle "variazioni ritmiche". È un carattere che mi sembra portare memoria dell'origine "ibrida" analogica e meccanica che sono alla base del digitale.

Icone disegnate in movimento
Le icone nascono durante i commuting ferroviari, sketching su iPad tra una stazione e l'altra. Potrei usare librerie standard, ma la distintività sistemica vale più della velocità. Ogni forma è pensata per il sistema cromatico specifico, pronta per animazioni future, ottimizzata per contesti multipli.


Conlcusione
Questo è tutto, sarà divertente portare avanti con costanza questo nuovo esperimento che volevo realizzare da molto tempo. da una parte, le sezioni dedicate ai servizi progettuali continueranno una loro evoluzione verso nuove forme di "ricerca applicata", dall'altra, la sezione risorse si amplierà per diventare un luogo di osservazione, raccolta e amplificazione di riflessioni e metodologie.
Forse è proprio questo il punto, mentre il settore cambia più velocemente dei framework che usiamo per comprenderlo, la rigidità dei processi standardizzati diventa inadeguata. Il metodo fatica a precedere l'esperienza, deve emergere da essa con il classico andamento Bottom Up, deve necessariamente evolvere insieme al contesto che pretende di governare.
Menzioni Web
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